Firenze è più vuota, più nera e più calda del previsto stasera.
Ma trovo lo stesso uno spiraglio d'aria, sebbene breve e inefficace.
E trovo lo stesso un modo per abitare questa casa deserta.
E trovo lo stesso un motivo per essere certa di essere felice.
Felice a tutti i costi.
Si erano innamorati una sera di giugno che l'aria era calda così come ora.
Si erano innamorati per sbaglio e con le facce perplesse.
Si erano innamorati ma forse no, avevano letto le istruzioni sbadatamente.
Si erano detti parole difficilmente ritrattabili, quando sarebbero bastati gli occhi.
Si amarono su un divano di pelle in un appartamento affollato.
Si amarono di nascosto sul marciapiede
di una città che non conoscevano e che non riuscirono neanche a scoprire insieme.
Lui regalò a lei un quadratino celeste staccato dalle pareti di un bagno pubblico.
Ogni tanto pensavano le stesse cose.
Ogni tanto emanavano lo stesso cattivo odore.
Si erano innamorati con le magliette a maniche corte
-ma anche quell'anno doveva arrivare l'inverno.
Arrivò la prima pioggia e li colse impreparati. Arrivarono le notti
sotto zero e la mattina le pozzanghere erano ghiacciate.
Ghiacciate, dure. E scivolose.
Ora si potrebbe anche piangere un po',
ma in questo paese di merda non si piange, anzi non si piange più.
Si lasciarono una sera d'estate che
l'aria era calda così come ora.
Si lasciarono sconfitti e col groppo alla gola.
Lei lo guardò allontanarsi che il sole era tramontato da poco.
Con una camicia bianca. A piedi. Con passo lento. Come per dire
-forse siamo ancora in tempo. Invece no.
E tornò l'inverno di nuovo a surgelare tutte le parole.
I piccioni viaggiatori non arrivavano mai a destinazione.
A Natale c'era la luminara a Firenze. Si andava in centro con la sciarpa.
Le mani facevano male dal freddo. Vino rosso in piazza S.Croce e piste ciclabili.
Piste ciclabili del cazzo. Ciclabili per finta.
Qualche volta di notte lei si sognava lui.
Lui da solo. Lui felice. Lui stanco. Lui arrogante. Lui di un'altra.
E sorrideva. Sempre sorrideva.
Più di una volta aveva ammesso di volergli bene.
Si ritrovarono per caso una sera di marzo che faceva freschino, ma non tanto.
Si ritrovarono per sbaglio e con le facce perplesse.
Si ritrovarono a intuito, senza leggere le istruzioni.
Fa così caldo stasera e io non ho ancora deciso se guardare un film o dormire,
se fare una doccia o una risata, se votare o no alle amministrative,
se dare un nome ai sentimenti,
o semplicemente viverli.
[definire è limitare è una frase di O.Wilde]
sabato 2 gennaio 2010
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