Se tu fossi un colore saresti un blu scuro con
dei riflessi di luce argentata.
Se fossi un materiale saresti anthracite
duro, ma fragile;
costoso perchè difficilmente reperibile.
Se fossi una canzone saresti
Jazz Carnival degli Azymuth
ascoltata dal jukebox in un bar di Kreuzberg.
Se fossi una pianta saresti un pioppo tremulo
con il tronco chiaro e dritto
e i rami sottilissimi protesi verso il cielo.
Se fossi una foto saresti una Polaroid
scattata nel 1979
con una data scritta dietro a pennarello.
Se fossi un suono saresti lo scricchiolio
che fanno i nastri quando la cassetta inizia a girare
ma a volte anche il rumore ritmico della pioggia battente
in certi pomeriggi di novembre.
Se fossi un'atmosfera saresti quella che si respira sul mare
verso l'ora di pranzo
sul finire dell'inverno
quando il sole incomincia a intiepidirsi
ma subito dopo la tramontana congela le mani, la faccia.
Se fossi un odore saresti l'odore che resta sulle labbra
dopo aver bevuto il primo sorso di birra in bottiglia
ma anche anche quello del salmastro che resta sui vestiti
dopo una notte passata seduti
appoggiati a un patino.
Se fossi un luogo saresti piazza Mascagni negli anni Sessanta
o la New York di quegli anni lì.
Se fossi un ricordo saresti un ginocchio su cui appoggiare la testa e dormire dieci minuti
di mattina
alla stazione.
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